ARTICOLI IN EVIDENZACOSTELLAZIONI FAMILIARIIl passato familiare condiziona la mia felicità o infelicità nelle relazioni di coppia? Esercizio pratico

5 Settembre 20230

Per chi si avvicina al mondo delle Costellazioni Familiari e dell’albero genealogico, risulta poco intuitivo (per non dire ostico) comprendere che cosa abbia a che vedere il passato familiare, magari anche quello di nonni e bisnonni, con uno stato di perenne insoddisfazione e infelicità nella relazione di coppia.

In effetti, per noi occidentali, cresciuti e pasciuti in una cultura fortemente individualistica, è difficile concepire che possiamo intrattenere legami così forti con persone che magari nemmeno abbiamo conosciuti, o che determinati “destini” possano ripetersi di generazione in generazione.

In generale, l’ipotesi che ciò che ci accade nella vita non dipenda unicamente dalla nostra coscienza individuale ma anche dalla Coscienza Familiare, ci spaventa e ci costa parecchio.

Certo, che il modello dei genitori può avere un impatto sui figli è abbastanza chiaro. Se mio padre e mia madre si sono sempre parlati  uno sopra all’altro, avrò interiorizzato che il modello “giusto” di relazione è parlarsi uno sopra all’altro. Plausibile.

Ma cosa c’entrano gli antenati che, magari, nemmeno ho conosciuto?

E se io sono completamente diversa da loro? Magari sono addirittura la pecora nera, perché faccio tutto l’opposto di quello che fanno loro?

Insomma, cosa possono entrarci gli antenati con il fatto che le mie relazioni di coppia sono tendenzialmente infelici?

La lealtà familiare invisibile

Per rispondere a questa domanda, ti propongo di immaginarti un cerchio di persone riunite intorno ad un fuoco.

Tu sei in quel cerchio e insieme a te ci sono tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli e sorelle, forse i tuoi figli ma non solo. Ci sono anche nonni, zii, bisnonni, magari anche familiari che non hai mai conosciuto ma sono ugualmente lì.

Vi tenete tutti la mano. Quel fuoco che arde al centro è un dolore, un dolore che riguarda tutti.

Ora immagina, di non voler soffrire più per quel dolore. Cosa dovresti fare? Lasciare le mani, uscire dal cerchio e lasciare gli altri da soli.

Ma quanto è difficile mollare la mano?

Quanto è difficile essere felici o scegliere una vita “diversa” se coloro che ami hanno sofferto tanto?

O se hanno bisogno di te?

Ecco, quella sensazione di tradimento e di colpa che sorge all’idea di “mollare la mano” è  la lealtà al nostro clan.

La lealtà familiare invisibile è un impulso che ci induce a ripetere o riparare, con la nostra vita, ciò che è accaduto a uno o più membri del nostro sistema familiare.

…Ripeto quello che ti è accaduto

…Faccio io quello che avresti voluto fare tu

…Mi vendico io delle ingiustizie che hai subito tu

…Riparo io i tuoi errori al posto tu

…Perché non posso essere felice se voi avete sofferto tanto. Mi sentirei egoista e colpevole. Non posso lasciarvi soli.

Spesso l’amore che proviamo è talmente forte da diventare cieco da illuderci che la nostra sofferenza o insoddisfazione possa alleviare il peso di qualcun altro.

Sembra assurdo ma una parte profonda di noi ragiona in questo modo.

Siamo essere “amorosi”, talmente amorosi che possiamo sacrificare la nostra vita pur di non essere più felici di chi ce l’ha data.

E attenzione, troppo poco pensiamo che chi ci ha dato la vita non sono solo un padre e una madre, perché è grazie a 4 nonni e 8 bisnonni  (e così via..) che esistiamo.

Ecco perché, nell’approccio delle Costellazioni Familiari e in tutte le prospettive sistemiche, si parla si lealtà familiare al clan e non soltanto al padre e alla madre. Perché la vita scorre attraverso le generazioni e, come un fiume in piena, porta con sé una miriade di informazioni, felici e infelici, che si tramandano fino ad arrivare a noi.

E in questo fiume in piena la relazione di coppia c’entra e come.

Del resto, siamo vivi grazie al fatto che 2 genitori, 4 nonni, 8 bisnonni (e così via..) si sono uniti. Considerando le 3 generazioni che ci hanno proceduto, sono 7 gli atti sessuali che ci hanno generato, 7 relazioni di coppia grazie alle quali siamo vivi.

Il mito della cicogna in occidente ha avuto talmente successo che questo aspetto è molto poco considerato. Noi occidentali pensiamo di venire dal nulla (o quasi).

La nostra storia, invece, comincia molto prima del nostro concepimento e, a volte, comprendere meglio il romanzo delle “coppie” che ci hanno generato ci può dare spiegazione di tante cose che accadano nelle nostre relazioni di coppia e, soprattutto, aiutarci a migliorarle.

Esercizio pratico

Per andare più sul concreto, ti propongo un piccolo esercizio.

1. Scrivi su un foglio qual è il tuo “copione” nelle relazioni.

Pensa a quali sono i blocchi o le complicazioni che vivi nella coppia (se ci sono ovviamente).

In particolare, a quelle che vivi sempre, che si ripetono da tempo, anche con partner diversi, come fossero un copione già scritto.

Il mio consiglio è di scrivere su un foglio questo “copione” che si ripete e di essere molto specifici.

Quindi, non “le mie relazioni vanno sempre male”, troppo generico.

Può andare bene qualcosa come: “Ogni volta che entro in una relazione dopo un pò lui/lei mi abbandona o almeno questa è la mia percezione” oppure “lui/lei mi tradisce” oppure “incontro sempre lo stesso tipo di persona che ha dipendenze, o non vuole figli, o non vuole impegnarsi”.

E se hai voglia, può andare ancora più nel dettaglio.

Una volta che hai scritto il copione, prova a rispondere alle seguenti domande.

2. Porto il nome di qualcuno del mio albero genealogico o un nome molto simile? Sono nata nello stesso giorno di altri membri o a distanza di pochissimi giorni?

Se la risposta è sì, forse con questo membro del sistema familiare c’è un legame particolare, in psicogenealogia si parla di “doppio” o “gemello simbolico“, ad indicare che potresti aver ricevuto da questa persona il mandato di risolvere o pacificare quello che lei/lui in qualche modo ha lasciato in sospeso.

Cosa è successo a questa persona nella sua vita? Come sono state le sue relazioni? Quali sono state le sue grandi “prove”?

Nota se ci sono delle somiglianze tra la tua storia e la sua e, se puoi, chiedi informazioni ad altri familiari. Spesso, già con questa prima domanda ci si rende conto di una particolare continuità e che magari il tuo copione è molto simile a ciò che ha vissuto lui/lei.

2. E’ successo anche a loro quello che sta succedendo a me o qualcosa di molto simile?

Pensa alle coppie dell’albero familiare, cominciando dai tuoi genitori e poi andando indietro ai nonni e ai bisnonni (se hai informazioni) e chiediti se è successo anche a loro quello che sta succedendo a te (o qualcosa di simile).

Nel rispondere, cerca di aprirti intuitivamente alle informazioni che ti arrivano, considerando che la lealtà al clan può manifestarti per ripetizione degli stessi eventi (divorzi, abbandoni, tradimenti etc…) ma anche delle stesse emozioni di rabbia, vendetta, forte tristezza etc.

Ad esempio, se il tuo copione nelle relazioni è  “non riesco a gestire la rabbia, la comunicazione diventa impossibile e, alla fine, finisce” considera non soltanto se queste coppie di antenati sono rimaste insieme oppure no ma anche se qualcuno di loro è stato molto molto arrabbiato per un torto che ha subito (o ha percepito di subire) o per qualcosa di forte che gli è accaduto.

3. Sto facendo l’opposto?

Se invece ti rendi conto che la tua situazione è molto diversa, chiediti se stai facendo il contrario. Questo perché, a volte, pur di non ripetere tendiamo ad “andare contro” creandoci, però, il dramma opposto.

Ad esempio, se il tuo copione è “non riesco a creare relazioni durature e sono sempre single”, mentre le coppie dell’albero sono state tutte super-sposate fino alla fine dei loro giorni, ad un primo approccio potresti pensare che tu non abbia nulla a che vedere.

In realtà, ti consiglio di guardare anche alla qualità delle loro relazioni e cioè, avrebbero voluto separarsi ma non hanno potuto?  Come discendenti possiamo riparare la frustrazione di matrimoni infelici degli antenati scegliendo inconsciamente di rimanere single.

Tuttavia, questa non è una scelta libera ma forzata dalla lealtà familiare, un modo diverso di non mollare la mano. Perché, quando siamo davvero liberi non abbiamo bisogno di ribellarci, no?

4. Ricerca il modello simbolico del tuo copione nell’albero familiare.

Più in là della ripetizioni o opposizione a ciò che è accaduto alle coppie del clan, puoi provare a ricercare il  modello simbolico del tuo copione nell’albero familiare.

Ossia, non focalizzarti solo sulle coppie del clan ma su chi può aver provato quello che stai provando tu, non perché avesse un matrimonio difficile ma per altri motivi.

Se, ad esempio, tendi ad entrare in relazione con persone che hanno dipendenze o sono depresse, puoi chiederti se c’è qualcuno del clan che ha avuto dipendenze oppure era depresso/a (a volte occorre un pò indagare perché alcuni fatti vengono silenziati).

Potrebbe non essere un genitore, né un nonno, né un bisnonno ma uno zio, un fratello o un parente. Se c’è forse il legame di dolore è con questa persona.

Oppure, se il tuo blocco nelle relazioni è il tradimento, potrebbe sì essere un tradimento accaduto tra le coppie del clan, ma anche un tradimento tra fratelli e sorelle che ha rappresentato un trauma nella famiglia perché l’ha spezzata. Oppure, un tradimento di un socio che ha mandato in fallimento l’impresa di famiglia, mandandola sul lastrico.

Già queste domande possono darti delle indicazioni e delle piste.

Ovviamente sono spunti di riflessione e non pretendono di essere esaustivi ma solo di aiutarti a connetterti alla storia familiare e verificare se, nel tuo caso, ci sono dei collegamenti di lealtà tra il tuo copione e i capitoli difficili della vita dei tuoi antenati.

Se queste riflessioni hanno accesso qualcosa in te, generalmente la pista è giusta e vale la pena esplorarla.

Ho svolto l'esercizio e sì, forse i miei blocchi nelle relazioni hanno origine nell'albero familiare. Cosa posso fare?

Queste poche e semplici domande dell’esercizio che ti ho proposto, spesso si rivelano molto potenti, perché ci mostrano una prospettiva che non avevamo considerato, attraverso cui possiamo intravedere risposte che cercavamo da tempo.

Quindi, che fare?

1. In primis, sospendere il giudizio.

Nulla di tutto ciò che si tramanda è volontario né consapevole. Carl Gustav Jung parlava di inconscio collettivo per spiegare questi fenomeni, ad indicare appunto la natura inconsapevole della trasmissione e l’esistenza di una memoria di natura inconscia a cui tutti accediamo, semplicemente per il fatto di essere membri di un sistema familiare.

Quindi, il percorso di presa di consapevolezza dei mandati e dei destini che abbiamo ereditato non parte mai dal giudizio e dalla ricerca del capro espiatorio a cui addossare la colpa dei nostri mali, non solo sarebbe insensato ma anche poco produttivo.

Questo tipo di percorso serve a conoscere una parte di noi stessi invisibile agli occhi, uscire dalla ripetizione degli stessi schemi nella vita e trasformare le catene di dolore in legami di amore.

Per farlo, occorre sospendere il più possibile il giudizio verso noi stessi e verso coloro che ci hanno preceduto, sforzandosi di comprendere che hanno fatto ciò che potevano con le ferite e le risorse che avevano.

2. La seconda cosa è sicuramente approfondire.

Puoi chiedere informazioni sulla vita e la storia della famiglia, anche con discrezione se il tipo di rapporto che hai con i tuoi “informatori” non ti fa sentire a tuo agio. Se lo fai, ti assicuro che ti si aprirà un mondo che non conoscevi.

C’è sempre una parte della storia familiare segreta o piuttosto fumosa di cui non siamo a conoscenza ma che, quando inizia a rivelarsi, diventa una grandissima risorsa per la nostra evoluzione.

3. Se desideri davvero cambiare il copione, scegli di farlo.

Uscire dalla ruota del criceto (qualunque essa sia) richiede prima di tutto una scelta chiara e decisa, una scelta “sacra” di amore verso se stessi a cui dedicare il giusto tempo, il giusto impegno e anche il giusto valore.

La bacchetta magica infatti non c’è (e non ti fidare di chi ti dice il contrario) ma tutti noi abbiamo la possibilità di dare una sferzata all’inerzia e trasformare la nostra vita, costruendola su priorità diverse, quelle interiori, umane e spirituali.

Quando ti rendi conto che c’è un passato familiare che condiziona la tua felicità nelle relazioni, il regalo più grande che puoi farti è intraprendere un percorso di lavoro sull’albero genealogico con le costellazioni familiari e/o la psicogenealogia.

Non ti dico di farlo con me, perché sarebbe autocelebrativo 😉 e perché so perfettamente che -con chi-dove- come- è un qualcosa di molto personale.

Ma fai il primo passo, il resto verrà da sé.

“La via si percorre passo dopo passo. Se un passo è intenso e perfetto,  lo sarà anche quello successivo. Pensiamo a fare ogni passo in maniera perfetta, non alla via. ”

Alejandro Jodorowsky

Destinarti: costellazioni familiari e sciamanesimo

Giorgia Valenti

Antropologa culturale, facilitatrice in Costellazioni Familiari e Psicogenealogia.

Laureata in Antropologia Culturale e Etnologia, si è formata in Italia e all’estero sui metodi delle Costellazioni Familiari di Bert Hellinger, la Psicogenealogia di Anne Ancelin Schutzenberger. 

Ha svolto ricerche etnografiche e antropologiche in Centro America e Sudamerica sui temi della memoria familiare post-traumatica, incorporazione, violenza di genere e sciamanesiamo, in collaborazione con università italiane, messicane e argentine.

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